Il progetto nasce nel 1998 nelle scuole del II° Circolo di San Lazzaro, con un primo nome di Progetto Accoglienza e quindi nell’Istituto Comprensivo N.7 di Bologna con il nome Progetto AGIO, sulla linea di sviluppo dei progetti di prevenzione e promozione del benessere attivati in diverse scuole dell’infanzia e primarie, in risposta al disagio crescente all’interno delle realtà educative e scolastiche. Viene quindi promosso dal Direttivo Regionale ANUPI Emilia Romagna, con la creazione del Coordinamento Psicomotricisti a Bologna, che, riunendo buona parte degli psicomotricisti del territorio, cominciò a collaborare con il Comune di Bologna per la realizzazione di un grande progetto psicomotorio educativo e preventivo, all’interno delle scuole dell’infanzia bolognesi, estendendo e collegando le esperienze già in atto da diversi anni all’interno di Scuole e Centri psicomotori di Bologna e provincia. (vedi Psicomotricità a scuola di Luisa Formenti 2009 Erickson Trento)
Il progetto si è sviluppato nel corso di questi 20 anni nel Comune di Bologna, coinvolgendo tutte le scuole dell’infanzia comunali e statali, proponendo laboratori rivolti ai bambini di 4 anni, incontri diretti con i genitori e momenti formativi per le insegnanti. Nel progetto sono coinvolti numerosi psicomotricisti qualificati, gestiti dalla Cooperativa Quadrifoglio, che opera all’Interno delle scuole dell’Infanzia di Bologna, nella progettazione degli interventi di coordinamento pedagogico e nell’educativa scolastica finalizzata all’inclusione.
Negli ultimi due anni sta sviluppandosi anche nel Comune di Cento (Ferrara) , portando la psicomotricità come scelta educativa diffusa su tutte le sezioni dei bimbi di quattro anni ed in diversi casi anche nelle sezioni di 3 e 5 anni.
La scelta del progetto è quella di fondarsi su alcuni principi pedagogici sui quali la psicomotricità pone le sue basi, curando in particolare la promozione del benessere.
Per designare questa finalità del progetto è stato scelto il nome A.G.I.O., parola che evoca non solo una dimensione di benessere, ma anche di spazio fra le cose, di movimento e di espressione di sé, che foneticamente richiama il gioco e la gioia dei bambini, quando il gioco si coniuga con spontaneità e creatività.
I principi fondamentali che stanno alla base di questo progetto sono evidenziabili nella spiegazione dell’acrostico, che esplicitando il risultato auspicato, ne rende possibile una condivisione più ampia.
A come Accoglienza
nella relazione con i bambini, come possibilità di sperimentare la dimensione contenente di una relazione educativa caratterizzata dall’ascolto, dall’attenzione all’Altro e dalla sospensione del giudizio. Nei Laboratori di Psicomotricità i bambini hanno la possibilità di utilizzare creativamente i materiali messi a disposizione, sperimentandosi attivamente come protagonisti all’interno dello spazio di gioco. L’adulto sostiene e valorizza l’espressività dei bambini, personalizzando la relazione educativa all’interno della dimensione di gruppo e valorizzando il contributo di ciascuno.
G come Gioco
valorizzato nella sua spontaneità e autenticità, ma anche regolato dall’adulto, che ne sostiene, a livello individuale e di gruppo, i diversi passaggi: dal gioco sensomotorio al gioco costruttivo e a quello simbolico. I Laboratori di Psicomotricità si pongono come momenti di formazione in situazione per gli insegnanti, rispetto alla gestione del «gioco spontaneo» dei bambini, all’utilizzo creativo dello spazio e degli oggetti, per un’educazione al movimento centrata sulla «libera espressività» dei bambini e finalizzata allo sviluppo della coscienza di sé all’interno di un contesto intenzionalmente strutturato.
I come Integrazione
di ogni bambino all’interno del gruppo, attraverso la valorizzazione della dimensione corale, del rispecchiamento reciproco e della complementarietà. Integrazione anche come accoglienza delle naturali spinte aggressive che emergono all’interno del gruppo, e opportunità data ai bambini di incanalare i propri bisogni affermativi attraverso la scoperta del piacere senso-motorio e l’in- vestimento simbolico sugli oggetti. I Laboratori di Psicomotricità si propongono di valorizzare il gruppo come risorsa per la crescita personale di ogni bambino e di favorire l’integrazione personale dei bambini attraverso il riconoscimento delle proprie emozioni e dei propri desideri, all’interno del gioco e nelle relazioni.
O come Osservazione
dei bambini all’interno dell’attività psicomotoria, sia da parte degli insegnanti che da parte degli psicomotricisti, in una ricerca costante di strategie che favoriscano l’evoluzione dei bambini all’interno della dimensione ludica. All’interno dei Laboratori di Psicomotricità viene dato ampio spazio all’osservazione dei singoli bambini e delle dinamiche presenti all’interno del gioco.
Gli insegnanti hanno la possibilità di osservare direttamente le sedute o i materiali video-registrati, attivando così momenti di confronto e approfondimento rispetto alle tematiche educative emergenti, alle tecniche di conduzione dell’attività, all’evoluzione dei singoli bambini.
Questo nome è stato proposto da Maurizio Lazzarini, Dirigente Scolastico di grande valore umano e pedagogico, che ha voluto sostenere la nascita di questa proposta educativa all’interno del Comune di San Lazzaro e poi di Malalbergo, fornendo l’occasione di sperimentare per alcuni anni l’efficacia educativa e preventiva dell’intervento psicomotorio, inserito come un ponte nel contesto della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, esperienza che si stava gradualmente sviluppando anche in altre realtà del territorio bolognese, con il contributo di alcuni psicomotricisti storici come Angela Biagini, Domenico Neto, Cinzia Mazzoli, Barbara Chiri e Andrea Giammarco.
Come Sezione Regionale Emilia Romagna di ANUPI prima ed ANUPI Educazione dopo, abbiamo coordinato le nostre forze con il Comune di Bologna, per sostenere la realizzazione dal 2003 di un Progetto AGIO rivolto alla scuola dell’infanzia bolognese, una progettazione dedicata alla prevenzione del disagio e alla promozione del benessere per i bambini e le bambine, proposta avviata successivamente al Progetto LOGOS, dedicato alla prevenzione delle difficoltà di linguaggio.
Dott.ssa Luisa Formenti
Responsabile Progetto AGIO di ANUPI Educazione